Alluce valgo: i sintomi nell’uomo e nella donna

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Introduzione

L’alluce valgo è la deviazione del primo metatarso in varo che porta la falange del primo dito, come per un meccanismo di compenso, a deviare in valgo, ossia verso le altre dita.

In realtà è scorretto però pensare all’alluce valgo come ad una patologia che colpisca solo il primo dito.

Infatti purtroppo il più delle volte è tutto l’avampiede ad essere compromesso. Questo può avvenire sia a causa della gravità della deformità, sia in correlazione a quanto tempo la deformità ha avuto a disposizione per peggiorare coinvolgendo anche le altre dita e metatarsi.
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Alluce valgo: sintomi e patologie correlate

I sintomi dell’alluce valgo talvolta stupisce i pazienti, perché in una buona parte non è l’alluce a procurare dolore.

Sia chiaro: un alluce valgo difficilmente è asintomatico, ma capita più spesso di quanto si possa pensare che il paziente lamenti dolore a livello delle dita minori e dei metatarsi piuttosto che a livello dell’alluce.

Si parla quindi di metatarsalgia e di deformità delle dita.

La metatarsalgia è estremamente diffusa e profondamente fastidiosa: non dà pace indipendentemente dalla scarpa che si utilizza.

Quando parliamo invece di deformità delle dita queste possono essere varie: a griffe, a martello, a maglio.

La più conosciuta e diffusa rimane la deformità che porta le dita a griffarsi.

Questa griffe è dovuta alla mancanza di spazio che l’alluce provoca a causa delle sua deviazione verso l’esterno e che quindi obbliga, di fatto, le altre dita ad arricciarsi come nella ricerca di una loro sede che è stata occupata!

Ecco quindi che oltre a griffarsi spesso si sovrappongono anche al primo dito peggiorando ulteriormente la deformità, ma anche la sintomatologia.

Infatti questo porta ad attriti contro la calzatura proprio della parte dorsale del dito.

Il dolore a livello del primo dito invece, il più delle volte, non è plantare, ma proprio a livello della cosi chiamata “cipolla”.

Questa può arrivare anche ad infiammarsi al punto da dare luogo ad una vera borsite dell’alluce e talvolta ulcerarsi dando seguito a problemi ben più importanti come il rischio infettivo.
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Alluce valgo nell’uomo e nella donna

Comunemente si pensa che l’alluce valgo colpisca praticamente solo il pubblico femminile.

L’idea scorretta, ma ampiamente diffusa è che siano le calzature a causarlo, come si trattasse di un’inevitabile pegno da pagare all’altare dell’eleganza e della moda.

Il ragionamento – errato – è: chi più delle donne che indossano calzature con tacco e strette in punta merita il famoso alluce valgo?

In realtà abbiamo più volte sfatato questo mito: non è la calzatura a causare l’alluce valgo!

È importante ricordare come questa patologia sia la prima causa di chirurgia del piede nella donna e la seconda nell’uomo.

Non è quindi affatto raro vedere e operare pazienti uomini di alluce valgo.

Infine, un altro dato che vale la pena offrire è che, se la seconda causa di chirurgia del piede nell’uomo è l’alluce valgo, il primo posto è riservato all’alluce rigido che risulta più comune quindi nell’uomo che nella donna.

Al di là delle classifiche, che talvolta non servono ad analizzare il problema, il messaggio che vorrei mandare è che, a causa del ruolo complesso e fondamentale che l’avampiede svolge durante il passo e quindi durante la nostra deambulazione, è facile che anche piccole sollecitazioni che poco si discostino dalla normalità, possano poi indurre il concatenarsi di meccanismi che esitino nello slatentizzarsi della patologia, così come avviene nell’alluce valgo e nell’alluce rigido, sia nell’uomo che nella donna.
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Scarpa e alluce valgo

È ovvio che la calzatura abbia la sua influenza cosi nell’uomo come nella donna secondo modalità differenti, legati proprio ai due sessi.

La donna tipicamente si lamenterà della calzatura con il tacco, trovandola stretta e improvvisamente impossibile da calzare a causa delle dimensione dell’avampiede che spesso cambiano profondamente anche a livello di “larghezza” del piede.

Nell’uomo il più delle volte a dare più fastidio è la scarpa anti-infortunistica, che solitamente le donne indossano meno frequentemente.
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Il “mito” dei rimedi naturali

La cura dell’alluce valgo rimane la chirurgia.

La ricerca in questo campo guarda con interesse verso una chirurgia sempre meno invasiva, di breve durata e il meno traumatizzante possibile per il piede stesso.

Sicuramente una funzione, seppur palliativa e non di correzione, può essere riconosciuta ai plantari, non nel trattamento dell’alluce valgo, ma della comune metatarsalgia associata.

Non si può invece riconoscere nessun beneficio ai rimedi naturali.

È importante essere chiari su questo punto per due motivi principali:

  • evitare false aspettative;
  • non permettere al paziente di perdere tempo in quelle che possono essere cure talvolta costose, ma comunque inutili per il reale trattamento dell’alluce valgo.

Pediluvi, creme, tutori notturni e spaziatori, non possono essere definite terapie.
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L’alluce valgo è sempre da operare?

La diagnosi di alluce valgo è molto semplice. Non bisogna essere ortopedici per capire di che patologia si tratti!

È evidente però che alla diagnosi si accompagnino molte domande a cui non è sempre facile dare risposta.

Mi opero anche se non mi fa male?
Quanto velocemente può peggiorare l’alluce valgo?
Le dita si deformano sempre?

Indubbiamente, nella maggior parte dei casi, è la sintomatologia a condurre il paziente all’intervento chirurgico.

Vi sono casi però in cui la vera disabilita è legata all’impossibilità di usare una normale calzatura. Talvolta questa può rappresentare un limite importante, basti pensare alla già citata scarpa anti-infortunistica.

Altre volte il dolore non colpisce l’alluce, ma le dita e i metatarsi. Anche questi casi sono da valutare attentamente.

In primis perché la correzione delle dita a griffe, può essere una correzione più complessa ed esteticamente meno appagante, ma anche per evitare un coinvolgimento di tutte le dita, non raro.

Non si può realmente sapere con che velocità un alluce valgo potrà peggiorare, e non è corretto far vivere al paziente una sensazione di fatalismo davvero poco utile.

La deformità è ovvio può progredire. Sicuramente è raro che questo avvenga nell’arco di mesi, ma talvolta procrastinare un intervento chirurgico per anni significa dover effettuare interventi che possono coinvolgere più di una articolazione (primo dito e raggi minori) o altre volte che comportino la perdita del movimento a livello dell’alluce (artrodesi).

Quest’ultima (l’artrodesi o fusione dell’alluce) non è da vivere come una tragedia e spesso non cambia significativamente il decorso post operatorio.

Sicuramente una limitazione, forse l’unica, che il blocco dell’articolazione (artrodesi) prevede e di cui bisogna essere consci prima di sottoporsi all’intervento è l’ impossibilità di indossare una scarpa con un tacco maggiore dei 3-4 cm.

La deformità delle dita (si parla di raggi minori) non è sempre presente, ma spesso si associa al valgismo dell’alluce.

Infatti, come spiegato, la deviazione in valgo dell’alluce, va a togliere spazio alle dita, ad iniziare dal secondo dito provocandone la deformità.

Un campanello di allarme quindi, può indubbiamente essere l’insorgenza di una deformità a livello del secondo dito, quando inizia a sollevarsi deformandosi a griffe o a martello.

La deformità infatti inizialmente non è rigida, ma la rigidità e quindi la necessità di intervento, progredisce nel tempo.
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Intervento chirurgico di alluce valgo: le 3 tecniche

Quando l’intervento chirurgico diventa necessario sono varie le tecniche che possono essere utilizzate per la correzione dell’alluce valgo.

Si parla di chirurgia open (a cielo aperto), di chirurgia mini-invasiva e di tecniche miste. Le principali differenze tra queste due chirurgie, open o mini-invasive, sono date dalla grandezza dell’incisione chirurgica e dalla necessità di utilizzo di mezzi di sintesi.

La tecnica a cielo aperto prevede incisioni ridotte, ma che permettono di visionare l’articolazione sulla quale bisognerà intervenire, con l’utilizzo di mezzi di sintesi, a bloccare le osteotomie (tagli ossei effettuati).

Le tecniche mini-invasive al contrario prevedono piccole incisioni più simili a dei “buchini” e non necessitano della fissazione con mezzi di sintesi perché la correzione è mantenuta da un bendaggio che viene appositamente effettuato in sala operatoria.
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Decorso post operatorio alluce valgo

Il decorso post operatorio prevede l’utilizzo di un’apposita scarpa post operatoria “scarpa piana” per un mese.

La scarpa non deve essere mai abbandonata per tutto il mese che segue l’intervento all’alluce valgo, ma permette un carico completo fin da subito.

I controlli necessari saranno previsti a 15 giorni dall’intervento per la rimozione dei punti e il “riconfezionamento” di un apposito bendaggio, ad 1 mese dall’intervento con una radiografia per concedere l’abbandono della carpa post operatoria, a 3-4 mesi dall’intervento per concedere la ripresa dell’attività sportiva ad altro impatto (salti e corsa).
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A domanda, risposta

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