Artrosi caviglia: cos’è, come si manifesta, come si cura

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Oggi vogliamo rispondere ad alcune delle domande che ci vengono poste più spesso dai nostri pazienti in merito all’artrosi di caviglia.

Si tratta di una malattia invalidante e cronica, che nel 70% dei casi si verifica a seguito di un trauma.

Come abbiamo avuto modo di definire:«l’artrosi di caviglia è un problema di cui raramente si comprende la reale portata. All’origine c’è una frattura e nell’immaginario delle persone le fratture che coinvolgono la caviglia non sono eventi preoccupanti. In realtà, l’artrosi di caviglia è una patologia che ha un profondo impatto sulla vita dei pazienti.»

Il nostro obiettivo oggi è quello di fare chiarezza e di approfondire questa patologia partendo proprio dalle domande che i nostri pazienti si pongono in merito, guardando alla loro situazione ed esperienza personale.
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Cos’è l’artrosi di caviglia?

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L’artrosi di caviglia è una malattia cronica e degenerativa che colpisce l’intera articolazione: struttura scheletrica e cartilagine, in particolar modo, andando ad interessare indirettamente anche legamenti e muscoli.

Il consumo che caratterizza questa patologia avviene a livello della cartilagine articolare, ovvero la cartilagine che riveste i monconi ossei che vanno a formare l’articolazione.

Il consumo cartilagineo è progressivo e porta all’esposizione dell’osso sottostante chiamato osso subcondrale.

Nelle sue fasi più avanzate, l’artrosi provoca una deformazione e un cambiamento nella struttura dell’articolazione a causa di un consumo non omogeneo di quest’ultima.

Nella caviglia la deformità è tipicamente legata al trauma che precede l’artrosi.

Come già accennato l‘artrosi di caviglia è spesso post-traumatica, correlata ad incidenti ad alta energia e tipica di soggetti giovani.

L’artrosi è una patologia irreversibile e non si è ancora in grado di giungere ad un completo recupero dell’articolazione danneggiata, se non attraverso una protesi che va a sostituire per intero l’articolazione.

L’artrosi ad oggi è ritenuta una patologia dal grande impatto negativo sulla qualità della vita di chi ne soffre.

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Artrite e artrosi sono la stessa cosa?

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Un utilizzo improprio della terminologia medica spesso causa infelici confusioni.

Nonostante alcune somiglianze, soprattutto in termini di sintomi ed effetti, artrite e artrosi sono due malattie ben distinte.

Se, come abbiamo visto, l’artrosi è una malattia degenerativa che colpisce spesso soggetti più anziani (specie se pensiamo all’artrosi dell’anca o del ginocchio), l’artrite è una patologia infiammatoria cronica, di cui ne esistono oltre 100 tipologie.

Questa può presentarsi a tutte le età e le cause possono essere di origine autoimmune, metabolica, traumatica, infettiva o idiopatica.

Una delle più conosciute è sicuramente l’artrite reumatoide.

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Come riconosco l’artrosi di caviglia?

 

I sintomi che possiamo identificare per riconoscere l’artrosi di caviglia sono molteplici.

Uno dei sintomi più comuni è sicuramente il dolore associato alla rigidità.

Il dolore diviene più acuto a seguito di un periodo prolungato di immobilità (ad esempio dopo una notte di sonno).

Il paziente spesso riferisce di dover “scaldare” l’articolazione prima che smetta di fare male, dopo i primi passi la sintomatologia sembra migliorare, ma tende a ripresentarsi dopo i lunghi percorsi, mentre nei casi più acuti non svanisce mai.

Infatti più la malattia progredisce, più si aggraveranno anche i suoi sintomi: il dolore inizierà a presentarsi anche quando la caviglia sarà a riposo e si intensificherà coinvolgendo un’area sempre più ampia.

L’articolazione risulterà più rigida, tumefatta e dolente al tatto, la deambulazione sarà sempre più complessa e l’assottigliamento della cartilagine provocherà crepitii e scrosci durante i movimenti.

Negli ultimi stadi della malattia, la deformità dell’articolazione sarà ancora più evidente tanto che molti pazienti riferiscono un rapido peggioramento della deformità, come se la caviglia cambiasse forma.
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Se sospetto di avere l’artrosi alla caviglia, cosa devo fare?

Riconoscere i sintomi è il primo passo, il secondo e più importante è rivolgersi ad un medico ortopedico esperto, che sappia trattare il caso e consigliare la terapia più adatta.

Per una diagnosi sicura è indispensabile avere a disposizione una radiografia del piede e della caviglia eseguita in carico (stando in piedi).

Una radiografia mostra tutti i segni tipici dell’artrosi:

  • usura della cartilagine articolare;
  • presenza di geodi e osteofiti,

inoltre proprio perché in carico ci può fornire importanti informazioni sulla deformità che colpisce l’articolazione.

Un altro esame utile può essere la TAC che ci offre informazioni maggiori sulla qualità dell’osso e sulla presenza di bone stock (quantità d’osso residuo) sufficiente per il corretto posizionamento dell’impianto protesico.
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Ho l’artrosi di caviglia ma sono giovane, è possibile?

 

L’artrosi di caviglia è una patologia che colpisce prevalentemente pazienti giovani.

In questo senso è quindi molto invalidante, colpendo un pubblico che è nella piena attività lavorativa.

Questo perché come detto precedentemente, l’artrosi alla caviglia avviene nel 70% dei casi in seguito a traumi.

Si tratta di traumi ad alto impatto che portano spesso a fratture importanti talvolta esposte, il più delle volte trattate con interventi volti a risintetizzare e ricomporre la caviglia stessa.

Per quanto precisi però questi interventi, raramente si rilevano sufficienti a ripristinare l’articolazione che è come un puzzle in cui i vari pezzi non combaciano più perfettamente.

Ecco perché si parla di artrosi post-traumatica.

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Qual è la soluzione più affidabile?

Questa ultima domanda è forse quella che più frequentemente mi viene posta.

L’artrosi di caviglia è sicuramente una patologia invalidante tanto da venire ormai equiparata non solo all’artrosi dell’anca, ma anche a patologie croniche renali e cardiache.

Trattandosi inoltre di pazienti giovani nel pieno dell’attività lavorativa, la limitazione funzionale, il dolore, la rigidità tipiche dell’artrosi, diventano incompatibili con uno stile di vita defiinibile “nella norma”.

La soluzione che ad oggi riteniamo essere il gold standard prevede la possibilità di mantenere il movimento a livello dell’articolazione. Si tratta della protesi di caviglia.

Grazie alla protesi di caviglia infatti non solo l’articolazione non viene bloccata, effettuando quella che in termini medici si chiama artrodesi, ma non inducendo un sovraccarico delle articolazioni circostanti grazie al mantenimento della mobilità della caviglia, non si avrà il rischio di sviluppare artrosi a livello delle altre articolazioni del piede, o di quelle di distretti sovrastanti come il ginocchio.

Inoltre grazie agli ultimi modelli protesici e ai design sempre più innovativi, le protesi moderne permettono un risparmio osseo che facilita eventuali interventi di revisione, permettendo appunto di revisionare una protesi di caviglia con un’altra protesi di caviglia, mantenendo quindi il movimento articolare.
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Qual è il trattamento migliore per l’artrosi di caviglia?

  • Esercizio fisico appropriato: evitare attività di recupero articolarità, ma programmare attività fisica in carico di mantenimento permette di risparmiare riserva funzionale e di posticipare soluzioni chirurgiche;
  • Joint preserving surgery: deve essere la prima opzione a cui pensare in caso la chirurgia sia necessaria. Significa riallineare le deformità post-traumatiche, bilanciare la caviglia da un punto di vista biomeccanico e rigenerare i tessuti quando possibile. Molto di più che un semplice lavaggio artroscopico!
  • Medicina rigenerativa: quando la riserva funzionale è ancora buona per prolungare l’intervallo di benessere ( PRP, cellule mesenchimali/staminali prelevate da sangue, midollo osseo e grasso);
  • Protesi di caviglia in caso di disabilità, deformità ed evolutività del quadro (almeno due di queste caratteristiche presenti contemporaneamente).

Ultimo aggiornamento articolo del 22 settembre 2022 – 22-9-2022

A domanda, risposta

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