Artrosi di caviglia post-traumatica: protesi o artrodesi?

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In questo articolo parliamo in dettaglio di:
Artrosi di caviglia post-traumatica
Protesi di caviglia o artrodesi?


Sono un motociclista. È questa la definizione che mi descrive meglio!

Nonostante i vari consigli dei più prudenti, non ho mai pensato di abbandonare la moto. Una passione, un modo di vivere o di sopravvivere al caos che ci avvolge.

Certo l’età avanza e non sono più un 18enne con la voglia di trasgredire, la prudenza è maggiore, ma con la moto non basta mai.

Oggi ho 38 anni e sono arrivato al punto di pensare che resterò un invalido a vita.

La mia prudenza infatti non è bastata e 3 anni fa il 15 Aprile la mia vita è cambiata.

Incidente banale, il tipico distratto che non guarda bene prima di passare lo stop, con la differenza che lui è in macchina e tu no!

Ero quasi contento quando ho visto che la mia moto, la mia bambina, non era uscita cosi malconcia dall’urto, talmente contento che nel pensare a lei non ho analizzato davvero quanto fosse grave la mia situazione.
E sì perché si pensa che solo le situazioni drastiche ti cambino la vita ed io ho pensato: respiro, mi muovo, cosa vuoi che sia una frattura alla caviglia sinistra?

Ed invece non è cosi.

Il primo passo è quello di rimettere  a posto i pezzi e pensavo sarebbe stato l’ultimo, ma ho imparato che è meglio non dare mai nulla per scontato, neanche quando pensi di essere ormai al traguardo.

Artrosi di caviglia post-traumatica

 

Mi è stato spiegato infatti che spesso le fratture, in generale e quindi anche quelle di caviglia, per quanto correttamente vengano ricomposte, espongono comunque ad un rischio di artrosi.
Sentivo quello che mi veniva spiegato, ma dentro di me pensavo, sono giovane, a me l’artrosi comunque non verrà!

Invece sono passati solo due anni dall’intervento e io non riesco più a condurre la mia vita normale, così come la conducevo prima dell’incidente.

Inizialmente il dolore alla caviglia andava a periodi, mi aiutavano molto gli antidolorifici, ma ad un certo punto i giorni di benessere si sono ridotti drasticamente e anche i medicinali non sono più riusciti ad allontanare il dolore.
Attualmente il dolore è presente ogni giorno: inizia il mattino, dai primi passi quando scendo dal letto e non mi abbandona per tutto il giorno.

Sono giovane e non posso sopportare di non essere più indipendente nella quotidianità e nel lavoro.
Cosi ho iniziato a cercare su internet quale potesse essere la cura al mio problema: l’artrosi di caviglia.

Protesi di caviglia o artrodesi?

Ho subito notato che vi sono due scuole di pensiero: alcuni ortopedici suggeriscono di sottoporsi ad un intervento di artrodesi (blocco dell’articolazione a 90 gradi), altri di sottoporsi all’intervento di protesi di caviglia.

Ho 38 anni e l’idea di avere una caviglia bloccata mi spaventa. Vorrei mantenere la mia mobilità e vorrei che l’intervento fosse definitivo.

La prima cosa che mi è stata spiegata dallo specialista è che tanto l’artrodesi quanto la protesi di caviglia possono espormi ad un rischio di successivi intervento.
Nel caso dell’artrodesi questo avviene perché le articolazioni adiacenti alla caviglia devono lavorare al posto della caviglia. Questo porta ad un “overuse” e ad un aumento dei consumi che termina con un processo artrosico e che rende necessario effettuare altre artrodesi delle articolazioni del piede, il tutto portando ad un piede più rigido e meno funzionale.
Nel caso della protesi di caviglia, i consumi sono legati all’impianto che deve quindi essere sostituito interamente o solo parzialmente, ma che offre la possibilità di mantenere un passo più fisiologico senza portare ad un irrigidimento del piede.

Le protesi di nuova generazione inoltre utilizzano materiali all’avanguardia nel tentativo appunto di ridurre i consumi e favorire la osteointergrazione.

L’intervento di protesi di caviglia rimane però un intervento complesso che prevede una curva di apprendimento per il chirurgo e che per questo motivo deve essere eseguito in centri di riferimento.

A domanda, risposta

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