L’alluce valgo: chirurgia mini-invasiva o tecniche miste?

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L’alluce valgo è la prima causa di chirurgia del piede nella donna, la seconda nell’uomo.
Si tratta di una patologia estremamente diffusa per cui sono state proposte moltissime tecniche correttive. Alcune di queste nel tempo si sono rivelate efficaci, altre assolutamente no.

Terapia conservativa

Esiste un ruolo per il trattamento conservativo? Noi medici, con questo termine, ci riferiamo ad opzioni terapeutiche non chirurgiche.
Ci riferiamo, nel caso dell’alluce valgo, a spaziatori e plantari.
Gli spaziatori sono veri e propri tutori (su misura e non) che vengono proposti, il più delle volte, con un utilizzo notturno. È bene fugare ogni dubbio su questi dispositivi: non hanno alcun ruolo correttivo e possono talvolta indurre deformità a livello delle dita.
I plantari, invece, sono dei dispositivi studiati su misura con tecniche e materiali diversi. Anche questi non hanno nessun ruolo correttivo. Si tratta di un palliativo che, talvolta viene vissuto dai pazienti come un fastidio ed un ingombro all’interno della scarpa, altre come un aiuto per alleviare o controllare completamente la sintomatologia spesso associata all’alluce valgo, come per esempio, la metatarsalgia. Sono, pertanto, molto utili in pazienti non candidati alla chirurgia correttiva o in attesa di un intervento di alluce valgo.

La scarpa e la moda

Indubbiamente, però, soprattutto per una giovane donna, il semplice consiglio di utilizzare scarpe larghe e comode può rivelarsi inaccettabile. Infatti, oggi, la scarpa con il tacco è un accessorio con forti implicazioni sociali e lavorative. Pertanto, ancor più che in passato, è forte l’esigenza di avere un piede fisiologico, che consenta di indossare calzature esteticamente appaganti.
Da queste esigenza nasce la chirurgia mini-invasiva. Una chirurgia che ha l’obiettivo di ridurre le dimensioni delle incisioni con finalità cosmetiche, ma soprattutto con l’obiettivo di ridurre i tempi di recupero e di ottenere un precoce ritorno alle normalità.

La chirurgia

La chirurgia si deve basare su una diagnosi ed un preciso planning pre-operatorio. Il paziente deve essere esaminato cinicamente osservandolo camminare e valutando l’appoggio del piede. La radiografia è fondamentale per la completezza della diagnosi di alluce valgo, questa va sempre eseguita in carico, quindi stando in piedi.
Una valutazione accurata permette di evidenziare problemi concomitanti all’alluce valgo, come una metatarsalgia, delle dita a griffe, una eventuale deformità del retropiede (piede piatto o piede cavo).

Chirurgia mini-invasiva o percutanea e tecniche miste.

La chirurgia mini-invasiva o percutanea viene effettuata attraverso piccole incisioni, dei veri e propri “buchini” (invece delle incisioni tradizionali) e l’utilizzo di piccole frese.
Tuttavia, non tutte le deformità sono correggibili con questa metodica. Ecco l’importanza di un buon planning pre-operatorio. Il chirurgo deve essere libero di scegliere la tecnica più indicata al tipo di deformità presente.
Spesso, infatti, i pazienti presentano deformità più articolate e complesse. In questi casi, è possibile ricorrere a tecniche miste, che prevedano alcune correzioni eseguite con tecnica percutanea ed altre con piccole incisioni.
In linea generale, si tratta di interventi programmabili con un’anestesia periferica (addormentando l’arto dalla gamba in giù o dalla caviglia in giù) ed in regime di day-hospital.
Al paziente viene generalmente concesso il carico immediato con scarpe post-operatorie dedicate da portare per 4 settimane ed il ritorno ad una calzatura normale viene previsto a circa 30 giorni.

A domanda, risposta

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